L’Expo del 1881 nel libro “Quando Milano faceva faville”

di | 17 Dicembre 2008

Con l’Expo 2015 alle porte Milano si guarda allo specchio e mette in vetrina le sue eccellenze di oggi e di ieri. A cominciare dall’esposizione universale inaugurata con celebrazioni solenni alla presenza dei sovrani il 5 maggio 1881. 162 mila metri quadrati di esposizione dai Giardini ai bastioni di Porta Venezia fino al Naviglio Grande, che grazie soprattutto a investimenti privati trasformarono la città di sant’Ambrogio in capitale economica di livello europeo e posero le basi di quella che oggi è chiamata al ruolo di Expo 2015. Questa e altre "scintille" milanesi sono descritte nel libro "Quando Milano faceva faville" (Mursia, pp. 350, euro 22,00) di Ruggero Leonardi, milanese doc appassionato della sua città, che con l’arte del racconto intraprende un viaggio nella memoria del capoluogo meneghino.

Per la storia di Milano il 1881 ha segnato un momento straordinario simboleggiato non solo dalla prima esposizione universale, ma anche dal Gran Ballo Excelsior, spettacolo scaligero di estrema seduzione la cui eco non si è ancora del tutto spenta.

Ma attorno ai due eventi, si intrecciano – avanti e indietro nel tempo – mille altre vicende di singoli e di comunità, mille altre faville di matrice meneghina: l’emozionante volo intorno al Duomo  compiuto dall’acrobata Giovanni Palmiri sul trapezio agganciato a un aereo Caproni (5 agosto 1947); le prove della prima stazione radiotelegrafica mobile alla presenza di Guglielmo Marconi (1906); l’inaugurazione della mostra del ciclo e dell’automobile (1905).

E in quell’intrico di ricordi si è immerso l’autore, discendente da una famiglia di realizzatori del Gran Ballo e giornalista curioso dei pulviscoli della sua città. Leonardi si è soffermato su personaggi di tutti i mestieri, su eventi di tutte le misure, per il piacere di riscoprire potenzialità nuove negli angoli dimenticati di antiche strade in un momento in cui la città è chiamata a guardarsi allo specchio perché tutto sia in ordine quando il prossimo futuro busserà alla sua porta.