Giorgio Armani per Expo 2015

di | 29 Dicembre 2010

La macchina di Expo si mette in moto e arrivano i contributi di maestri indiscussi del mondo della scienza, della moda, dell’architettura e dello spettacolo. Come quello di Giorgio Armani, che ha accolto l’invito a presiedere la giuria che sceglierà il nuovo logo dell’esposizione del 2015.

L’amministratore delegato Giuseppe Sala ha dichiarato: «Ci siamo rivolti a luiper quello che rappresenta a Milano e nel mondo con la sua storia e la sua creatività. E il suo sì ci onora e ci incoraggia, soprattutto perché dimostra che non siamo i soli a credere in Expo».

Dottor Sala, ha spiegato che il 2011 sarà l’anno decisivo. In che senso?

«Il prossimo sarà l’anno dell’avvio vero. Il Consiglio di Amministrazione ha appena approvato il budget che prevede 105 milioni di investimenti: metà di questi saranno destinati alla sistemazione dell’area che ospiterà l’evento. La progettazione è stata affidata a Metropolitana Milanese, in marzo partirà la gara e a giugno i lavori. L’altra metà andrà invece già alla progettazione delle opere di superficie del sito e ai servizi generali».

Problemi di bilancio?

«Al contrario. Siamo soddisfatti anche perché conteniamo i costi di gestione: 10 milioni in meno, rispetto a quanto previsto nel dossier di registrazione e 159 persone assunte invece delle 179 programmate malgrado siamo riusciti a rafforzare la squadra interna di progettazione che ci consentirà di evitare il più possibile ricorso a gare esterne».

All’estero c’è interesse per Expo?

«Sicuramente sì, come dimostrano i primi riscontri avuti dal lavoro sugli accordi internazionali: per la partecipazione come espositori, malgrado manchino quattro anni, abbiamo già avuto conferme da colossi come la Cina, la Corea, la Germania, ma anche l’Egitto, l’Algeria, la Svizzera… ».

E in Italia?

«Siamo consapevoli che da noi c’è ancora da lavorare per far capire cos’è l’Expo e per suscitare un vero interesse. Per questo, faremo una due giorni milanese, il 4 e 5 febbraio, con l’inaugurazione di una mostra tematica alla Triennale, una presentazione dei contenuti dell’evento in un teatro cittadino, un’informazione capillare che raggiungerà i milanesi nelle nove zone cittadine».

Abbiamo parlato di Armani. Quale sarà il suo ruolo?

«La società ha dato il via a un concorso aperto agli studenti delle scuole di design per inventare il nuovo logo dell’evento. Abbiamo chiesto ad Armani, per l’esperienza e il suo prestigio, di presiedere la giuria».

Il marchio attuale che è stato pignorato da un creditore della società precedente, va in soffitta?

«Per quanto riguarda i creditori, i legali sono al lavoro con il liquidatore del vecchio comitato di pianificazione e stiamo cercando una soluzione che risolva i contenziosi. Comunque sia, quel simbolo resterà solo come logo istituzionale, ma non era adatto per il marketing e la comunicazione: così, l’idea del concorso».

Altre collaborazioni eccellenti con Expo?

«Intanto, gli architetti Jacques Herzog e Ricky Burdett hanno confermato il loro contratto per la progettazione infrastrutturale del sito. Allo stesso tempo, Dante Ferretti, due volte vincitore di un premio Oscar, sta lavorando per la scenografia dei due viali principali lungo i quali si svilupperanno i padiglioni. E l’architetto Daniel Libeskind si occuperà della progettazione delle porte d’ingresso ai viali stessi».

E i contenuti?

«Vogliamo che Expo offra ai visitatori spunti sia culturali che estetici indimenticabili. Per questo stiamo lavorando sulla "visitor experience". Il visitatore sarà guidato lungo percorsi che introducano i temi oggi al centro del dibattito che riguarda la nutrizione, la sicurezza alimentare e la sostenibilità. La gente sa, per esempio, che cosa si intende esattamente quando si parla di ogm o di prodotti bio? Noi cercheremo di fare un po’ di chiarezza. Poi c’è l’aspetto più legato al piacere e legato all’esperienza del gusto, della vista, dell’olfatto che ci porterà nei profumi dei prodotti di tutto il mondo».

E così pensate che verranno 20 milioni di visitatori?

«Verranno se insieme a quanto proposto dall’Expo, l’offerta turistica di Milano e dell’Italia sarà al meglio in quei sei mesi del 2015. Stiamo già lavorando con i Ministeri interessati per realizzare eventi assolutamente irripetibili».

Fonte: Corriere.it