Milano per il 3° salone mondiale delle energie rinnovabili, Solarexpo.
Non più a Verona quini che si trova a dover prenotare gli spazi espositivi di Lodi, sull’uscio di casa di Milano, con finestra sui sei mesi di Expo 2015.
Quest’anno Solarexpo si terrà, dopo 6 anni, per l’ultima volta a Verona dal 9 all’11 maggio.
Dal 2013 si trasferirà a Milano dopo l’accordo stipulato tra Fiera Milano ed Expoenergie srl, la società organizzatrice della manifestazione.
Negli ultimi tempi i rumors su un trasloco si erano infittiti con l’avvicinarsi della scadenza contrattuale con Verona. Lo shopping di Milano rilancia il risiko delle fiere, un settore in crisi profonda ma che rimane centrale per il made in Italy. E l’evento della green economy è un vero colosso nonostante le aziende italiane e tedesche del settore inizino a manifestare difficoltà crescenti: a maggio Solarexpo richiamerà oltre mille aziende espositrici, il 40% provenienti da 30 paesi, su più di 100mila mq e 70mila visitatori professionali. Il programma convegnistico prevede una sessantina di appuntamenti, con oltre 6mila partecipanti.
Enrico Pazzali, ad della società fieristica milanese dichiara «Fiera Milano offre a Solarexpo la disponibilità di ulteriori spazi espositivi e convegnistici di eccellenza per supportare lo sviluppo di temi tecnologici collaterali a quello centrale del fotovoltaico».
Luca Zingale, amministratore unico di Expoenergie, conferma che «la fiera Milanese ci fornirà spazi di crescita e infrastrutture adeguate. A Verona ci siamo trovati benissimo: siamo passati da due a dieci padiglioni e quest’anno arriveremo a occupare circa 100mila mq ma per il futuro serve un altro salto di qualità». Zingale rimane vago sulla durata del nuovo contratto («oltre 4 anni») e sull’entità della transazione. Tuttavia nel bilancio 2010 i ricavi di Expoenergie (controllata al 90% da Zingale stesso) ammontano a 6,38 milioni con un utile netto di 1,14 milioni. Ed essendo la società monoprodotto è da credere che i ricavi corrispondano agli introiti di Solarexpo. Milano costa più di Verona e quindi la nostra marginalità, almeno all’inizio, verrà erosa. Ma con lo sviluppo di altri prodotti contiamo di recuperarla».
Dall’altro lato, scende in campo addirittura il sindaco di Verona Flavio Tosi, molto rammaricato, che sottolinea «la necessità di attrezzarci sempre di più come sistema territoriale per far fronte alla competizione di altre aree. Fiera Milano sicuramente trarrà vantaggio, nel breve periodo, dai grandi investimenti previsti per l’Expo. Dobbiamo recuperare questo gap». Per Verona è un colpo durissimo anche se il polo scaligero è proteso in un impegnativo processo d’internazionalizzazione: nei giorni scorsi è stato varato il piano industriale per l’attività in India ed entro il mese sarà sottoscritta una partnership in Brasile.
Quanto all’accordo tra Fiere di Verona e Lodinnova Srl, società a controllo pubblico che gestisce il centro fieristico lodigiano, Pietro Foroni, presidente della Provincia di Lodi dichiara: «abbiamo raggiunto un accordo che prevede l’esclusiva, dal 2012 al 2015, dei padiglioni fieristici a Fiere Verona, compresi i 6 mesi di Expo 2015». Il secondo accordo è con la stessa società Expo 2015 con la quale Lodinnova si è impegnata a sviluppare iniziative con il Parco tecnologico. «È prevedibile – aggiunge Foroni – che i visitatori di Expo Milano 2015 decidano di spostarsi di 40 chilometri a Lodi per seguire i nostri eventi. In quei sei mesi i nostri spazi saranno molto appetibili». Il presidente della Provincia sottolinea che questi accordi sono di altissimo profilo e che sono stati resi possibili grazie a una gestione manageriale del polo espositivo lodigiano, a partire dall’a.d. di Lodinnova Sandro Bicocchi.
L’accordo con Verona è un torto per Fiera Milano? «Non l’abbiamo vissuta così – conclude Foroni – Certo è che se Milano avesse manifestato interesse per noi l’accordo l’avremmo stretto con loro».