Arriverà il 30 aprile prossimo il dossier con cui Milano si presenterà al Bie di Parigi per la registrazione ufficiale.
Superato l’esame del Bureau international des expositions che assegna le Esposizioni universali, l’Expo, riscritto e ridimensionato dalla crisi economica e dalla penuria di fondi pubblici, potrà passare dalle carte dei progetti ai cantieri.
L’inizio della marcia verso il 2015, viene descritto nel documento in ogni dettaglio delle 477 pagine che la prossima settimana il consiglio di amministrazione della società di gestione dovrà approvare e che, in questi giorni, sta subendo le ultime modifiche.
Una visione globale e ancora inedita dell’intero progetto: dal piano per trasformare il milione di metri quadrati all’ombra della Fiera di Rho-Pero agli investimenti per infrastrutture e padiglioni; dalle ipotesi del numero dei visitatori a quanto potrebbe costare un ingresso; dagli eventi culturali e lo sviluppo del tema, alla cerimonia di apertura e la sicurezza per scongiurare il pericolo terrorismo. Fino all’organizzazione dei sei mesi di manifestazione. Per scoprire come ci si muoverà, cosa si vedrà e cosa si farà ad Expo 2015.
Dai costi ai nuovi conti, che stimano una spesa per la gestione dell’evento di un miliardo e 200 milioni, a fronte una precedente stima di 892 milioni, per un numero di visitatori ridotto dalla crisi economica, la principale responsabile delle stime al ribasso del numero di visitatori. Da 29 milioni di ingressi si passa a una forbice che va da 24 a 28. Sale, invece, il prezzo del biglietto: da 35 euro (il costo immaginato nel 2007 per l’ingresso di un adulto) ai 42 a cui si ipotizza di vendere un ticket nel 2015.
Ma il sogno rimane quello di vedere un’Expo diversa dal passato: un orto globale, che incarni in ogni parte il tema dell’alimentazione. Il sito espositivo è un’isola circondata da canali in parte navigabili. È strutturato come una città romana intorno a un decumano, il viale principale lungo un chilometro su cui si affacceranno – come su un’immensa tavola imbandita – i padiglioni dei 140 tra Paesi e organizzazioni che coltiveranno e esporranno i sapori del mondo, e un cardo che accoglierà le regioni italiane. Con un nodo ancora da sciogliere: la società vuole acquistare i terreni del sito dai privati (Fiera e gruppo Cabassi) e nel documento si prevede un investimento tra i 200 e i 250 milioni.
Un sogno in cui il cibo fa da protagonista, il punto forte che verrà declinato attraverso cinque aree tematiche, installazioni, conferenze, spettacoli, dimostrazioni pratiche. Molti gli spazi per gli spettacoli: da un auditorium a un anfiteatro. Perché Expo 2015, si dice, avrà "un’intensa vita notturna" con eventi e rappresentazioni ogni sera.
E dopo l’evento? L’eredità principale saranno le serre che riprodurranno i climi del mondo e che rimarranno come un parco tematico-scientifico. Ma ci sarà spazio anche per il nuovo centro di produzione della Rai, oltre che per un nuovo quartiere urbano a dotazione mista, con nuove case e un nuovo business da sviluppare.