La Veneranda fabbrica del Duomo di Milano vuole investire 25-30 milioni di euro in 4 anni per i restauri straordinari della cattedrale e per la riapertura del museo attiguo.
Lo ha detto il presidente Angelo Caloia, durante la presentazione del consolidamento e recupero della guglia maggiore iniziato nel 2009, che ha detto: "L’accordo di programma con Arcus, Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano ha iniziato a dare qualche frutto, 2,7 milioni di euro dai tre enti e 1,2 da Arcus. Siamo a poco meno della metà del necessario per la guglia maggiore. Speriamo che continuai per seconda e terza fase e per il museo del Duomo".
L’obiettivo è quello di riuscire a riaprire il museo nel 2012, per il quale servono 12 milioni, in tempo per l’Incontro mondiale della famiglie con il Papa.
Nel 2013 ci saranno poi le celebrazioni dell’editto di Costantino del 313 e nel 2015 l’Expo. Tutti appuntamenti che fanno prevedere un aumento consistente dei visitatori, oggi circa 4 milioni all’anno e 100mila a settimana. Quanto al bilancio corrente le spese sono di ulteriori 15-16 milioni l’anno per le opere ordinarie di manutenzione e restauro oltre che per gli stipendi dei 110 dipendenti, da chi lavora nelle cave di Candoglia ai custodi.
Dagli ultimi interventi legislativi, ha aggiunto il presidente, è arrivata "una boccata d’ossigeno", cioè 4,6 milioni per il 2012 e altrettanti per il 2013 a fronte di 5 milioni l’anno garantiti da una legge fino al 2010 e che sono venuti meno. Il ddl per rinnovare il finanziamento annuale giace però ancora in Parlamento nonostante il sostegno bipartisan.
I lavori sulla guglia maggiore, 3 intervento dal 1774, dovrebbero finire tra il 2013 e il 2014. Per ora è finito l’allestimento del ponteggio ed è iniziata la prima parte del restauro.
Il Duomo, ha osservato il suo arciprete Luigi Manganini, "ha diverse funzioni, quella di cattedrale dell’arcidiocesi, quella di chiesa metropolitana per tutta la Lombardia, ma la sua simbolicità è molto grande per tutti. E’ nel cuore dei milanesi, nell’inconscio collettivo ed è molto importante anche per le future generazioni. Nei prossimi decenni ci sarà un rimescolamento di culture e culti religiosi, è inesorabile, e il Duomo deve continuare a essere un simbolo di identità nonostante le variazione nelle componenti della popolazione".