Silvio Berlusconi ha firmato la lettera di garanzia dei finanziamenti per l’Expo 2015, che Letizia Moratti attendeva con ansia e che dovrà essere consegnata a Parigi al Bie entro il 30 insieme col dossier di candidatura che sarà approvato prima dal cda e poi dall’assemblea dei soci di Expo 2015 spa.
La firma del premier è arrivata dopo la proposta di Roberto Formigoni di far acquistare dalla Regione le aree dove si svolgerà la manifestazione, attualmente di proprietà della Fondazione Fiera e del gruppo Cabassi. Un impegno che ha fatto cadere il veto di Giulio Tremonti, che non voleva che fosse la società di gestione ad accollarsi l’acquisto.
Il governatore conta di incontrare Berlusconi e il ministro dell’Economia a Roma in occasione della direzione del Popolo della libertà convocata per discutere del caso Fini. A preparare il terreno con Tremonti ha già pensato il coordinatore lombardo della Lega, Giancarlo Giorgetti. Vista la presenza sia del presidente della Provincia, Guido Podestà, sia del numero uno di Fondazione Fiera, Gianpiero Cantoni, non è escluso che l’incontro sia esteso anche a loro.
Formigoni conta di formalizzare la sua proposta agli altri soci entro una settimana e afferma: «I nostri tecnici stanno lavorando a pieno ritmo e se il 30 la proposta non sarà ancora pronta, il Bie capirà. Sono sicuro che apprezzerà la nostra proposta perché siamo in grado prospettare una strada sicura». Resta ancora da capire se l’advisor dell’operazione sarà, per esempio, Finlombarda, la cassaforte del Pirellone, o il suo braccio operativo, Infrastrutture lombarde. E di che tipo di società si tratterà. Una società per azioni ad hoc, come chiede la Provincia, o una società con soci alla pari Regione, Provincia, Comune e in prospettiva la Camera di commercio, come ha proposto il sindaco Moratti. Oppure a netta maggioranza del Pirellone, come ha invece prospettato Formigoni.
Podestà conferma «Se la Regione avrà un ruolo più forte poco importa, al momento opportuno ognuno di noi si farà i conti in tasca. La cosa importante è che la nascita di una spa ci permette di partire. E con l’acquisto dei terreni il progetto Expo diventa bancabile. Oltretutto la quota del debito di uno dei proprietari delle aree con una banca è pari al valore che chiede per l’acquisto».
Sulla soluzione proposta da Formigoni è intervenuto anche l’architetto Stefano Boeri, uno dei progettisti del masterplan di Expo, ha commentato «Un buon segnale? Speriamo, speriamo che lo sia». Poi ha aggiunto: «Io penso una cosa: che un’Expo non possa fare a meno di avere un appoggio forte, indiscutibile, da parte del governo del Paese che lo ospita. Il nostro è un progetto forte e innovativo che deve restare tale anche dopo l’evento».