Bergamo, dopo Milano è probabilmente la provincia più direttamente investita dagli effetti dell’Expo 2015 di Milano.
Così non può perdere tempo ma deve fare di tutto per riqualificarsi e valorizzare le proprie risorse cominciando dal turismo e dalla gastronomia, che sono i suoi fiori all’occhiello, oltre a sfruttare meglio l’opportunità di un aeroporto internazionale come quello di Orio al Serio.
Se n’è parlato nel convegno "Expo 2015, L’occasione per uno sviluppo efficiente delle risorse”. L’incontro c’è stato nella 1 giornata della “Settimana per l’Energia”, l’iniziativa organizzata dall’Associazione Artigiani di Bergamo, in collaborazione con Confindustria Bergamo, che vede sino al prossimo 14 novembre, una serie di congressi, seminari e workshop finalizzati a promuovere la cultura del consumo responsabile, l’approfondimento degli aspetti tecnici e normativi della green economy, e a creare occasioni di aggregazione e riqualificazione professionale attraverso l’offerta di nuovi servizi.
Amilcare Collina responsabile dei rapporti con la comunità scientifica – Gruppo Mapei, in rappresentanza di Confindustria, dopo avere evidenziato le 3 parole chiave dello sviluppo sostenibile attorno a cui ruoterà l’Expo (Alimentazione, Salute, Benessere), ha illustrato l’intervento di Confindustria nell’ambito del “Progetto speciale Expo 2015”: un tavolo tecnico che ha come finalità quella di contribuire allo sviluppo di iniziative qualificanti che non si esauriscano nei sei mesi dell’esposizione universale e che si concretizza in una serie di gruppi di lavoro tematici: tra gli obiettivi c’è la valorizzazione del Made in Italy nei 3 settori direttamente coinvolti, oltre a tenere vivo il concetto di Expo con iniziative utili tra cui la Settimana per l’Energia.
Collina ha spiegato: “Abbiamo censito circa 130 casi nel campo dello sviluppo sostenibile che saranno selezionati e raccolti nella proposta di un padiglione tematico sull’innovazione. L’obiettivo è che tali esperienze siano fruibili e leggibili non soltanto dagli addetti ai lavori ma da un pubblico il più vasto possibile: dobbiamo destare l’attenzione e la curiosità di tutti perché l’Expo è un evento aperto”.
Paolo Nozza coordinatore del Tavolo Tecnico provinciale per l’Expo ha parlato della necessità di guardare all’Expo in una prospettiva di lungo periodo, come occasione per riprogettare e ridisegnare il territorio lombardo, trasformando la zona interessata in un laboratorio permanente che coniughi tradizione e innovazione. La prima opportunità è data dalla mobilità, come Brebemi, Pedemontana a alta velocità che proprio con l’Expo hanno visto un’accelerazione, ma non bisogna dimenticare il turismo e la ricettività. Ha elencato i 3 interventi-chiave messi in campo dalla Provincia di Bergamo per la valorizzazione delle proprie eccellenze. “Il recupero dell’ex cementificio di Alzano Lombardo per scopi ricreativi e culturali, il recupero dell’intero borgo rurale e di dieci cascine della frazione di Treviglio Castel Cerreto, che vedrà anche la nascita di un parco agricolo tecnologico per la sperimentazione di nano-tecnologie. E infine, la mobilità sostenibile, ovvero il treno che colleghi Bergamo con lo scalo di Orio”. E proprio lo scalo bergamasco è stato al centro della discussione: la sfida lanciata dal convegno è quella creare un’inversione di rotta, “catturando” quella stragrande maggioranza di passeggeri che oggi si ferma solo poche ore e soprattutto per motivi si shopping, con proposte culturali, ricettive, storiche ed enogastronomiche, incentivando la permanenza sul territorio orobico.
Eugenio Massetti vicepresidente regionale di Confartigianato nonché presidente di Confartigianato Brescia e del consorzio energia Cenpi non ha nascosto le sue preoccupazioni sul reale coinvolgimento delle piccole e medie imprese artigiane nella “costruzione” dell’Expo. “A noi artigiani preme essere coinvolti in questa fase, in cui vogliamo e possiamo essere attori e non semplici spettatori di un momento di grande sviluppo. Il timore di rimanere ai margini c’è anche se devo dire che con la Brebemi i primi riscontri sono stati positivi”. E ha proposto che nelle commissioni regionali dedicate all’evento si discuta di destinare una percentuale dei lavori per le infrastrutture alle imprese del territorio. Ha parlato della necessità di non imitare ciò che sono stati i precedenti Expo ma di “aprire con orgoglio il nostro territorio e proporre i prodotti e le nostre eccellenze, a cominciare dall’agricoltura e l’enogastronomia”.
“A Carrara do il merito di avere avuto coraggio e intuizione nel credere in questa manifestazione. È un ‘intuizione da spendere bene per il futuro e ritengo importante il dialogo aperto con Confindustria Bergamo per realizzare cose importanti, cosa che non in tutte le provincie si riesce a fare”.
È toccato infine a Carrara, presidente dell’Associazione Artigiani, chiudere la serata, auspicando un cambio di mentalità della categoria artigiana per non “perdere il treno” dell’Expo. “Anch’io sono un po’ pessimista sulla questione degli appalti e sul ruolo che potranno avere le piccole imprese. Per questo dobbiamo mettere in atto un cambiamento culturale e di mentalità. Purtroppo la nostra categoria ha questo limite dell’individualismo che deve invece superare. Bisogna imparare a lavorare in consorzio, fare squadra, perché è l’unica possibilità per riuscire ad entrare tra gli attori dell’Expo. Altrimenti, il rischio che non possiamo permetterci, è quello di rimanerne ai margini. Il presidente dell’Associazione Artigiani ha infine ricordato come la provincia di Bergamo sia la prima in Lombardia per la presenza del marchio “D.O.P.” alimentare: “Sarebbe assurdo non riuscire a valorizzare i nostri prodotti di eccellenza in questa occasione: bisogna saper spendere con intelligenza quello che già abbiamo”.