Lo scaldabagno è un apparecchio di grande utilità all’interno di un’abitazione. Viene utilizzato per riscaldare l’acqua sanitaria o quella da utilizzare in cucina, e pertanto è un dispositivo piuttosto diffuso nelle case e negli edifici più in generale.
Può essere installato con tanto di impianto di riscaldamento ambientale centralizzato, benché non sia la norma: alcuni modelli di scaldabagno, infatti, ne sono privi. Sul mercato esistono tipologie differenti di scaldabagno, variabili sul piano della dimensioni, delle capacità e di diversi altri fattori da tenere in considerazione. A tal proposito, vediamo quali sono gli aspetti da prendere in esame in vista della scelta di uno scaldabagno. Ringraziamo per i suggerimenti l’azienda Idraulico Milano, che opera in pronto intervento nel capoluogo lombardo.
Scaldabagno verticale o orizzontale
Una prima distinzione viene fatta tra i modelli verticali e quelli orizzontali. I primi sono più comuni, ma non tutte le abitazioni sono dotate di una configurazione tale da consentire una installazione pratica.
In ogni caso, nessun problema: nulla vieta di optare per una versione orizzontale. Il modello di scaldabagno orizzontale può anche essere fissato al suolo, installandolo nel sottotetto, senza trascurare la possibilità di collocarlo al soffitto (qualora l’altezza dell’abitazione lo permetta). Inoltre, non si escluda una eventuale installazione a metà parete.
Il volume d’acqua da utilizzare
Quanta acqua si intende utilizzare per ogni persona nell’abitazione? In base al numero di inquilini presenti nella casa, lo scaldabagno dovrà vantare una capacità più o meno ampia.
In linea generale, il conteggio da considerare è il seguente: 75 litri d’acqua per una persona, 100 per due persone e altri 50 litri per ogni singola persona in più. Capacità simili dovrebbero garantire un uso pratico ed efficiente dello scaldabagno, e dell’acqua sanitaria annessa.
La resistenza in uso nello scaldabagno
Altro aspetto da considerare, nell’ottica della scelta di uno scaldabagno, è la tipologia di resistenza presente nell’apparecchio. Nel caso in cui l’acqua risulti neutra, o anche poco dura – la durezza dell’acqua indica la presenza di ioni di calcio e magnesio in essa contenuti, oltre che di eventuali metalli pesanti – la resistenza dello scaldabagno sarà blindata.
Di contro, nel caso in cui l’acqua risultasse dura, la resistenza dell’apparecchio sarà in steatite, una roccia metamorfica in cui sussiste una presenza elevata di talco, e che pertanto rende la stessa tenera e compatta.
La tipologia di anodo dello scaldabagno
Per poter essere protetto dalla corrosione, il serbatoio di uno scaldabagno è dotato di un apposito rivestimento in stagno. Questo, però, può anche essere oggetto di formazione di microfessurazioni, nelle quali si può anche sviluppare la corrosione. L’anodo, consistente in un elettrodo, serve proprio per evitare che accada tutto questo.
Esistono diverse tipologie di anodi, dal sacrificale, noto per essere più economico, e utilizzato per l’acqua di media durezza, a quello a corrente impressa, noto con l’acronimo “ACI”, utilizzabile per l’acqua dura. Da non trascurare la possibilità di dotare il serbatoio di un anodo ibrido, sfruttabile per acqua in qualsiasi condizione. L’analisi di questi fattori, dunque, potrà facilitare la scelta dello scaldabagno.