Venti giovani al lavoro nel cantiere a vista. Oltre 200 giorni di tempo per restaurare le 22 zone danneggiate.
Ecco le parole di chi in questo lavoro ci crede: "Per prima cosa abbiamo cercato marmi identici agli originali, anche nei colori. Sarà un lavoro perfetto".
Un cantiere in crescita e completamente in mostra, transennato da pareti mobili trasparenti.
Un grosso aspiratore mette in luce le fughe ammalorate, le tesserine verranno segnate con una L rossa nel caso in cui dovranno essere riprese le fughe, con una X la loro sostituzione.
Un restauro in piena regola su "tesserine" originali alte tre centimetri.
Al cantiere lavorano venti restauratori, a cui si aggiungono sei esperti in laboratorio e una decina di progettisti. I turni sono tre, due diurni e uno notturno.
Quest’ultimo, sospeso da un paio di settimane causa rumori, riparte da lunedì, per ricollocare i rosoni. Rimossi per un checkup: il progetto prevede che i telai siano raddrizzati e riverniciati, i “petali” in polimetricolato laterali sigillati.
Saranno riposizionati già assemblati, con una lamina sotto la grata.
Due box che si spostano di continuo lungo la pavimentazione dell’intera galleria.
Difficile è accostare tessere con venatura differente e soprattutto conferirne un carattere di somiglianza con elementi calpestati da 150 anni.
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