In un momento di grandi cambiamenti per tutto il Paese, soprattutto dal punto di vista del lavoro, sempre più aziende di Milano stanno assumendo professionisti a partita IVA. Si tratta di una scelta molto conveniente dal loro punto di vista, soprattutto rispetto all’assunzione con contratto. Ma al libero professionista senza cassa conviene? Per aiutarti a decidere se accettare o no l’offerta, abbiamo raccolto tutte le informazioni utili sulla gestione separata INPS a regime forfettario.
Un nuovo scenario lavorativo
Complice la pandemia e un nuovo modo di concepire il mondo del lavoro, secondo le ricerche di un noto studio di commercialista di Milano, le aziende stanno cercando di tagliare sui costi fissi puntando tutto sulle collaborazioni con liberi professionisti.
Ciò è particolarmente vero in alcuni ambiti in cui da tempo si registra una maggiore flessibilità professionale, che porta i lavoratori a decidere di mettersi in proprio e aprire la partita IVA per collaborare con diversi committenti. Tra le professioni più richieste ricordiamo in particolare:
- Consulenti aziendali
- Programmatori
- Designer
- Copywriter
- Content specialist
- Insegnanti
- Giornalisti
- Headhunter
- Esperti di risorse umane
Chi ha sempre svolto questi lavori come dipendente potrebbe trovarsi nei prossimi mesi a prendere una delle decisioni più importanti della sua vita: è meglio lavorare con partita IVA oppure continuare con il posto di lavoro fisso? Oltre alle proprie inclinazioni personali, che portano a preferire un tipo professionalità piuttosto che un altro, ci sono delle considerazioni pratiche da valutare con attenzione prima di decidere.
Conviene davvero aprire la partita IVA?
È difficile rispondere brevemente a una domanda così importante, che merita una riflessione più profonda. Partiamo però dalle basi, ovvero dalla scelta della soluzione migliore e più conveniente per i liberi professionisti, che attualmente è rappresentata dalla partita IVA con regime forfettario.
Questo tipo di regime agevolato è attualmente il più conveniente per le figure professionali che abbiamo elencato (e anche molte altre categorie) perché sottoposto a una tassazione molto più leggera. Di fatto ha sostituito quello che prima era chiamato regime dei minimi, introducendo un’importante modifica dal punto di vista delle modalità di accesso ai benefici previsti. Se prima la soglia massima per beneficiare dell’imposta unica agevolata era 30.000 euro, oggi chi sceglie il regime forfettario può fatturare ogni anno fino a 65.000 euro e poter comunque beneficiare della flat tax del 15%.
Come funziona la partita IVA con regime forfettario
Abbiamo già anticipato i due temi principali per cui molti potrebbero ritenere conveniente iniziare a lavorare come liberi professionisti: la soglia massima dei 65.000 euro e l’imposta unica del 15%. Va anche detto che nel caso di nuova attività l’imposta è addirittura del 5% per i primi cinque anni, che poi passa al 15% senza limiti di tempo e nemmeno di età. Quest’ultimo dettaglio ci ricorda un altro vantaggio offerto dal regime forfettario, che non è più disponibile solo per i giovani (come nel caso del precedente regime agevolato), ma è aperto a tutti, senza limiti di età.
Diversamente dal regime ordinario, non si possono però scaricare tutte le spese professionali (materiali, affitti, bollette, ecc.). La legge ha infatti stabilito un forfait basato sul coefficiente di redditività abbinato a ogni codice ATECO, che definisce i diversi tipi di lavori. In sostanza, invece di detrarre tutti i costi relativi alla propria professione, viene sempre automaticamente scaricata una somma ipotetica. Nel caso di liberi professionisti come consulenti e giornalisti, che non hanno grandi spese mensili, questo potrebbe essere addirittura un vantaggio.
In più, nel regime forfettario non c’è l’obbligo di fattura elettronica, previsto per la partita IVA ordinaria e le aziende. Per quanto riguarda i contributi previdenziali, c’è poi l’obbligo di iscrizione alla gestione separata INPS, previsto per chi non ha una cassa di riferimento, con un pagamento annuale in base al fatturato.
Un’altra cosa importante da considerare riguarda la tipologia di collaborazioni. Non è infatti possibile fatturare solo o principalmente per un’azienda a cui si è stati precedentemente legati da un contratto di lavoro di più di due anni. Questa viene considerata una scorrettezza, perché per le aziende rappresenterebbe un escamotage illegale per continuare a beneficiare del lavoro di un ex dipendente, senza però garantire i veri benefit legati al contratto fisso, ovvero congedo per malattia, vacanze pagate e contributi previdenziali.
Per concludere
Aprire la partita IVA a Milano come liberi professionisti è una scelta sempre più comune. Ti abbiamo elencato i principali vantaggi per farlo e anche gli svantaggi, che ti permetteranno di prendere una decisione consapevole. Per finire, ti consigliamo di riflettere sul tipo di gestione della tua giornata lavorativa e sulle previsioni di guadagni: senza un contratto da dipendente hai sicuramente più sicurezze, ma meno libertà di crescere professionalmente.
Con la partita IVA, invece, sei tu a decidere quando e come lavorare, quanti committenti accettare e quali obiettivi porre alla tua attività. Se pensi di avere le qualità per crescere autonomamente, è sicuramente l’opzione migliore perché ti consente di scegliere la direzione che vuoi dare al tuo lavoro, senza vincoli e senza limiti.