Milano tassa chi entra in centro nell’Area C

di | 6 Novembre 2011

Il sindaco Giuliano Pisapia, ieri mattina, in giunta comunale ha dichiarato: «L’ Ecopass non esiste più».

«Da oggi nasce la Zona Centro», e in breve la dicitura evolve nel nome definitivo: «Area C».

Milano passa a una nuova epoca di lotta al traffico, una carta fondamentale aspettando Expo 2015.

Per entrare negli 8 chilometri quadrati nel cuore della città, dentro la cerchia dei Bastioni, dal prossimo 16 gennaio 2012 si pagherà un ticket «secco» di 5 euro. Bonus per i residenti che vivono all’ interno; poche concessioni (uno sconto per i primi sei mesi) ai furgoni del trasporto merci. L’ impatto economico si misura nei 31/34 milioni di euro l’ anno che il Comune stima di incassare. La contropartita «in benessere» offerta ai cittadini è una riduzione del 23/28 % del traffico in centro e del 4-6 % nel resto della città. 

Si passa da una pollution charge , tassa variabile relativa al carico di smog prodotto da ciascun veicolo, a una congestion charge , ticket che punta a ridurre non lo smog ma il numero delle auto, e quindi per tutti. La conseguenza pratica è massiccia e dà la sintesi più chiara della «rivoluzione».

In media, ogni giorno, entrano nei Bastioni di Milano quasi 65 mila auto private. Oggi la proporzione è questa: meno di 7 mila pagano, 58 mila passano gratis (perché appartengono alle categorie meno inquinanti). Quando la mutazione da Ecopass ad «Area C» sarà compiuta, il numero di macchine paganti salirà sopra i 56 mila; 3 mila (le più vecchie) saranno bandite; quelle ad accesso libero (le «super pulite» elettriche, ibride e gpl) scenderanno a poco più di 6 mila. La porzione di macchine sottoposta al ticket salirà dal 12, al 92 per cento del totale.

Obiettivo: almeno 20/22 mila veicoli non dovrebbero più arrivare in centro e una parte di milanesi dovrebbe passare ai mezzi pubblici.

«È sbagliato pensare che la congestion charge serva per fare cassa – commenta Pisapia – è un provvedimento pensato per migliorare la qualità della vita in città». Vengono «premiati» ed esentati solo i mezzi elettrici e (per un anno) i veicoli ibridi, a gpl e a metano. Regole differenziate per gli spostamenti di commercianti, corrieri, spedizionieri e artigiani: avranno 2 euro di «sconto» per i primi 6 mesi o due ore di sosta gratuita in centro. Niente abbonamenti. Regole differenziate anche per i residenti dentro l’ «Area C»: un bonus di 40 accessi gratuiti e una tariffa di 2 euro per gli ingressi successivi. E se già l’ opposizione sbotta contro la «nuova ecotassa», l’ «Area C» di Pisapia ha radici lontane e un legame molto stretto con l’ Ecopass di Letizia Moratti.

Milano all’ avanguardia delle città italiane per le politiche ambientali. La continuità è profonda: due giunte, una di centrodestra e la nuova di centrosinistra, hanno avuto il coraggio di rischiare una buona fetta del proprio consenso per un provvedimento contro lo smog (prima) e contro il traffico (ora). Nel 2008 la Moratti ha sfondato la barriera di una politica per anni immobile contro l’ inquinamento; Pisapia ha avuto la forza di raccogliere un sistema ormai inefficace e modificarlo in modo radicale. A fare da cerniera tra queste due stagioni, il referendum popolare della scorsa primavera, in cui quasi 400 mila milanesi hanno votato a favore della congestion charge . Se Edoardo Croci (padre dell’ Ecopass morattiano, poi uscito dalla giunta), Enrico Fedrighini (storica anima dei Verdi milanesi) e Marco Cappato (Radicali) non fossero riusciti a raccogliere la società civile intorno alla consultazione sull’ ambiente, probabilmente in questi mesi la giunta Pisapia non avrebbe avuto una copertura politica così massiccia per concepire un ticket molto vicino al modello di Londra.