
Trasformare un’intuizione in un progetto concreto, e quel progetto in un’impresa capace di crescere su scala internazionale, non è mai il risultato di un colpo di fortuna. Richiede costanza, disciplina e una passione che non si spegne nemmeno davanti ai fallimenti.
Lanfranco Pescante, oggi punto di riferimento nell’hospitality business, ha incarnato questa logica con una determinazione che pochi sono riusciti a eguagliare. La sua storia è un esempio di come il talento serva a poco senza dedizione, e di come la dedizione diventi straordinaria quando incontra una visione limpida.
Le radici di una passione
Il trasferimento negli Stati Uniti, quando era ancora un adolescente, è stato il punto di partenza della sua vita all’insegna di un’audacia non propriamente comune. Non c’erano scorciatoie, né comfort: c’era il desiderio di imparare e la necessità di lavorare.
Ha iniziato come lavapiatti per poi fare il runner, il cameriere, il barista: ma ogni mansione l’ha affrontata con la consapevolezza che per capire un settore bisogna viverlo in diversi ruoli anche i più semplici. E Pescante non si è mai tirato indietro, anzi, ha trasformato quella gavetta in una palestra formativa che gli ha permesso di osservare come funzionano i meccanismi interni di un locale.
A diciannove anni diventa assistente del general manager di un ristorante rinomato. Un traguardo importante per la sua età, ma non sufficiente a placare la sete di indipendenza. Quella posizione di responsabilità lo mette a contatto con la gestione quotidiana di un’attività complessa, ma allo stesso tempo lo spinge a sognare qualcosa di più: un progetto personale, un luogo che portasse la sua firma, in cui potesse sperimentare un’idea di ospitalità completamente nuova.
Impegno, lavoro e un pizzico di audacia
Il primo terreno di prova sono state feste organizzate in case abbandonate, trasformate in eventi esclusivi con un’attenzione quasi teatrale per la scenografia, la musica e l’interazione con il pubblico.
Non era semplice intrattenimento: era già la manifestazione di una filosofia che metteva al centro l’esperienza e non soltanto il servizio. Quella capacità di creare atmosfere immersive ha attirato l’interesse di ristoranti e locali che gli hanno chiesto consulenze, riconoscendo in lui una visione capace di dare nuova linfa al business.
Da quelle esperienze nasce il Nocturnal Hospitality Group, la prima compagnia fondata da Lanfranco Pescante, con essa si occupa di organizzare concerti, eventi e serate.
È il suo vero ingresso nel mondo imprenditoriale mettendo alla prova la propria capacità di visione e affronta le prime sfide di un settore competitivo.
Franklin Manor e il concetto di “esperienza”
Il punto di svolta arriva poi con l’apertura del Franklin Manor, il primo locale interamente personale di Pescante. Non un ristorante tradizionale né un semplice club, ma un ibrido capace di fondere tre dimensioni – intrattenimento, spettacolo e ristorazione – in un format unico.
Qui ogni elemento, dalle luci al suono, dal design alla selezione dello staff, viene studiato per costruire un racconto e generare un coinvolgimento autentico. Il Franklin Manor diventa così un luogo pensato per offrire un’esperienza immersiva, destinata a restare impressa nella memoria di chi lo frequenta.
È in questa apertura che Pescante dà forma concreta alla sua filosofia: l’hospitality come relazione, come ambiente esperienziale capace di toccare corde emotive.
Non si tratta solo di servire un piatto o proporre della buona musica, ma di creare un ricordo, un momento che valga la pena raccontare. Un’intuizione che si traduce subito in successo e che sancisce la nascita di un metodo replicabile.
Espansione e visione globale
Il successo del Franklin Manor diventa il trampolino per un’espansione rapida e strutturata. Negli Stati Uniti Pescante apre nuovi locali, ristoranti, club e spazi per concerti e matrimoni. Ogni apertura segue lo stesso principio: creare un luogo con un’identità forte, capace di distinguersi in un mercato ipercompetitivo.
La sua forza, tuttavia, è stata la capacità di replicare il modello senza renderlo una catena anonima. Ogni progetto porta con sé l’anima del brand, ma si adatta alle caratteristiche del contesto culturale e sociale. Questa sensibilità gli ha permesso di esportare il suo business anche in Europa, portando con sé la stessa filosofia che lo aveva fatto emergere negli Stati Uniti.
Oggi il network di attività costruito da Pescante si muove tra due assi fondamentali: la qualità dell’esperienza offerta e l’attenzione verso le persone che rendono possibile quella qualità, dallo staff al cliente.
Leadership, team e valore umano
Molti imprenditori parlano di leadership, pochi la praticano con coerenza. Pescante lo fa attraverso la presenza costante. Non è un manager distante: lavora accanto al suo team, ascolta, guida, ma soprattutto condivide. L’empatia diventa un valore operativo: il personale non è un ingranaggio, ma parte attiva di una storia comune.
Chi ha lavorato con lui lo descrive come un leader esigente, ma capace di motivare e dare senso a ogni ruolo. Per Pescante non esiste “lavapiatti invisibile” o “cameriere di passaggio”: ogni persona è rappresentazione del brand e contribuisce a creare l’esperienza complessiva. Per questo investe in formazione, valorizza il talento, premia chi dimostra iniziativa.
“Un team felice genera clienti felici”: una convinzione che si traduce in maggiore attenzione ai dettagli, in autenticità del servizio e in una cultura aziendale condivisa che rende ogni locale qualcosa di più di una semplice attività commerciale.
L’arte relazionale al centro dell’hospitality
Per Pescante l’hospitality non è un mestiere tecnico, ma una forma d’arte relazionale. Ogni locale è pensato come un racconto che si esprime attraverso luci, suoni, profumi, materiali e parole. Nulla è gestito in modo casuale, tutto è orchestrato per generare emozione.
Questa visione rompe gli schemi tradizionali: non più un settore ridotto a standard e protocolli, ma un ambiente in cui l’esperienza del cliente diventa la materia prima.
Personalizzazione radicale, cura dei dettagli e autenticità sono i tre principi che distinguono il suo approccio, mentre altri cercano di uniformare, lui punta a differenziare.
Lanfranco Pescante sa cosa significa credere davvero nei propri sogni. Dietro ai traguardi non c’è stata alcuna scorciatoia, nessuna eredità da gestire, ma lavoro instancabile, disciplina e capacità di rialzarsi dopo ogni caduta.
Per chi desidera intraprendere un percorso simile, la sua storia offre una serie di insegnamenti concreti: non fermarsi davanti ai no, imparare da ogni errore, avere il coraggio di sperimentare, costruire il proprio metodo e circondarsi di persone motivate. Soprattutto, coltivare quella scintilla di passione che, una volta accesa, diventa il motore capace di spingere oltre gli ostacoli.