Filippo Penati, presidente della Provincia di Milano, durante una conferenza stampa a una domanda sulla possibilità che la tragedia dell’Abruzzo possa convincere il governo a reindirizzare i fondi per la realizzazione di opere pubbliche come il Ponte sullo Stretto di Messina o l’Expo 2015 risponde “La questione più importante in questo momento sono le vittime del terremoto in Abruzzo. Mi pare però singolare che Berlusconi abbia già detto che il ponte è una priorità e non abbia detto nulla sull’Expo. E’ una cosa che preoccupa, perché il ponte non lo è di certo”.
Il numero uno di palazzo Isimbardi parla a ruota libera sulla manifestazione universale che dovrebbe interessare il capoluogo lombardo tra sei anni. Ricorda il conflitto di interesse di Diana Bracco alla presidenza della Soge.
Insiste sulla trasparenza che spetterà all’amministratore delegato della società che gestirà l’Expo 2015. Evento, ancora bloccato per questioni burocratiche e soprattutto per i dissidi tra governo ed enti locali sulla suddivisione dei poteri nella governance di gestione.
Se prima era Paolo Glisenti il problema, ora qualche fastidio lo dà pure Lucio Stanca, ex ministro dell’Innovazione e probabile nuovo ad.
Penati aggiunge “Se non rinuncerà alla carica di parlamentare noi non approveremo la sua governance. Abbiamo bisogno di tutto, tranne che di un amministratore delegato che si occupi di Expo solo nel fine settimane. E se non sarà così è ancora peggio perchè vorrà dire che non svolge durante la settimana il lavoro parlamentare. Dopo un anno non è possibile avere un amministratore part-time. Riconosco a Stanca capacità e competenze per fare l’amministratore delegato, ma non può sommare due emolumenti ed entrambi pubblici”.
Il punto su cui preme Penati è proprio quest’ultimo: la remunerazione che spetterebbe a Stanca è eccessiva e contraria alla legge. Penati fa notare che levato il tetto introdotto dalla finanziaria del 2008 firmata da Romano Prodi, che fissava il massimo nella retribuzione di un amministratore di una società statale al presidente della Corte di Cassazione, ora l’unico riferimento e’ dato dalla legge che limita l’emolumento al 70 per cento di quello del sindaco del capoluogo, raddoppiabile solo in caso di utili. “C’è la possibilità secondo il Dpcm – spiega Penati – che Stanca guadagni in un anno fino a 700mila euro”. Un modo di gestire la "cosa pubblica", contrarie alle regole della stessa Provincia che ha già fissato il tetto degli emolumenti dei suoi amministratori di società partecipate a 75 mila euro più eventualmente altri 150mila, in caso di utili. “Invito Brunetta a venire in Lombardia e controllare gli stipendi dei manager di diverse società municipalizzate”, insiste Penati, ricordando la pubblicazione su alcuni organi di stampa delle remunerazioni di Giuliano Zoccoli in A2a e Bonomi in Sea.
Fonte: IlVelino.it