A pochi giorni dall’inizio della primavera e in vista dell’Expo del 2015, l’assessorato alla Salute del Comune e l’Onlus Fisma (Fondazione internazionale per le scienze mediche e allergologiche) lanciano il progetto ‘Milano Allergy Free – Dona una pianta anallergica a Milano’.
Una novità assoluta non solo a livello italiano, ma anche europeo, perché parchi di questo tipo sono "rarissimi in tutto il mondo".
L’appello dell’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna è chiaro: "Chiedo ai cittadini di Milano di darmi una mano a realizzare tanti ‘Giardini della salute’, piccoli siti verdi di piante non allergeniche. Entrando nel sito www.milanoallergyfree.it si possono acquistare alberi interi, o solo una parte o degli arbusti, e si rimane costantemente aggiornati sullo sviluppo dell’albero adottato". Basta cliccare sul link dell’Associazione florovivaisti della Lombardia che si incaricherà di trovare le piante anallergiche, di trasportarle, piantumarle e curarle nel loro primo anno di vita. Dal secondo anno in poi la manutenzione sarà a totale carico del Comune. I nomi dei donatori saranno inseriti nella lista del sito web dell’iniziativa.
"La pollinosi colpisce circa il 15% della popolazione – ricorda l’allergologo Claudio Ortolani, presidente di Fisma – e si accompagna ad asma in circa la metà dei soggetti colpiti. Paradossalmente questa malattia stagionale, che dovrebbe riguardare gli abitanti delle aree rurali ricche di vegetazione, piuttosto che quelli che risiedono in aree urbane invase dal cemento, colpisce di più chi vive in città".
Sotto accusa una serie di fattori. "La scelta delle piante per le aree verdi cittadine, pubbliche e private, in passato è stata attuata senza tener conto dell’aspetto allergenicità. A Milano, ad esempio, non solo vi sono molti carpini, piante autoctone e quindi presenti in città a ben diritto, ma anche betulle, noccioli, frassini, cipressi, scelte anche per motivi ornamentali. Più recentemente si è sviluppata la tendenza a piantare specie arboree estranee al territorio, come l’olivo, o addirittura esotiche, come la Criptomeria japonica. Nella stagione primaverile-estiva nell’aria della città è presente un cocktail pericoloso di pollini allergenici".
Ma fra gli imputati ci sono anche l’effetto serra e lo smog che aumentano la potenza allergenica, avverte l’esperto. "La presenza nell’aria cittadina di elevate concentrazioni di polveri sottili (Pm 2,5) – dice Ortolani – è un altro fattore che favorisce la sensibilizzazione allergica ai pollini e l’aggravamento della sintomatologia asmatica, perché le proteine allergeniche si coniugano con il particolato, raggiungendo così facilmente i bronchioli e gli alveoli polmonari, le vie respiratorie più profonde".
Continua l’allergologo, "per l’effetto serra in città si riscontrano temperature medie e concentrazioni atmosferiche medie di anidride carbonica più alte che nelle aree rurali. Ne consegue che, rispetto alla campagna, in città le piante si sviluppano maggiormente, producono una quantità superiore di polline e hanno un periodo di pollinazione più prolungato. Il polline in queste condizioni ambientali contiene una maggiore concentrazioni di allergeni rispetto a quello delle aree rurali ed è quindi più pericoloso per gli allergici. In città sono presenti molte specie arboree i cui pollini sono per sè poco allergenici, ma se si liberano in un’atmosfera già ricca di pollini molto allergenici e di particolato sottile, determinano un ulteriore aggravamento dello stato di salute degli allergici. Piante con queste caratteristiche sono ad esempio il tiglio, il faggio, il platano".
Da tempo lo specialista collabora con l’assessorato alla Salute dal Comune "che è impegnato in un’azione correttiva di questa situazione, potenzialmente pericolosa per la salute dei cittadini. Si è convenuto quindi di dare un segnale importante per influenzare l’opinione pubblica e orientare scientificamente le future scelte degli addetti alle nuove piantagioni cittadine verso specie non dotate di rilevante allergenicità". Perché se è vero che "Milano ha bisogno di verde", ammette l’assessore Landi, il nuovo verde deve essere "sano e non allergenico. Per questa ragione ho deciso di lanciare questa iniziativa in collaborazione con Fisma, che si potrà realizzare nel corso del 2011 con il sostegno scientifico di allergologi, esperti agronomi e architetti del verde".