Expo 2015: c’è bisgno di un programma di prevenzione infiltrazioni mafiose

di | 23 Novembre 2010

Per l’Expo 2015 c’è il rischio di infiltrazioni mafiose, collegate in particolare alla ‘ndrangheta.

Questo l’allarme lanciato dalla Direzione investigativa antimafia (Dia) nella relazione semestrale inviata al Parlamento.

Secondo il quadro dipinto dalla Dia, in Lombardia c’è da anni una "penetrazione nel sistema economico legale dei sodalizi criminali di matrice calabrese", che rischia di prendere di mira anche gli appalti e i contratti che girano intorno a Expo 2015, grande opportunità per l’economia lombarda e dell’intera Italia.

Per ciò, è necessario mettere in atto un "razionale programma di prevenzione" che coinvolga "non solo le autorità istituzionalmente deputate alla vigilanza, ma anche tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella relativa filiera e che consenta di individuare per tempo eventuali criticità e anomalie ascrivibili alla suindicata realtà".

Forze dell’ordine, dunque, ma anche enti locali e mondo dell’imprenditoria. Tutti impegnati nel comne sforzo di mettere al riparo l’Expo di Milano dalle infiltrazioni criminali. La Dia aggiunge anche che, ad essere particolarmente apetibili agli ‘ndranghetisti, sono i settori della cantieristica e della ‘movimentazione’ dei terreni, nei quali la ‘ndrangheta sembra essere presente e molto attiva con imprese controlate a vario titolo.

In particolare, "il ciclo degli inerti, la cantieristica e la logistica collegata, la manodopera e le bonifiche ambientali, costituiscono i settori maggiormente esposti al rischio di infiltrazione dell’intero indotto che si muove intorno alle grandi opere, agli appalti pubblici e privati".

Secondo la Dia è necessario quindi uno sforzo comune, non solo delle forze dell’ordine ma anche da parte del mondo dell’imprenditoria, per scongiurare questa minaccia.